Omicidio Sharon Verzeni: il fratello del compagno lancia un’ipotesi su chi potrebbe essere il killer. Interrogati i genitori della vittima.
Le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni, la barista trentatreenne di Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, rimangono ancora avvolte nel mistero.
Dopo aver già ascoltato la sorella, il fratello e il cognato, è stata la volta dei genitori di Sharon, Maria Teresa e Bruno Verzeni, di essere convocati nuovamente in caserma.
I genitori della vittima, come riportato da Today.it, sono stati sentiti per la seconda volta e sono rimasti in caserma per sette ore.
Nel frattempo, durante una puntata di Pomeriggio Cinque, è intervenuta la famiglia del compagno della vittima. Ecco le loro dichiarazioni.
L’appello della famiglia del compagno e le speculazioni sull’assassino
In un’intervista a Pomeriggio Cinque, riportata da Open, la madre di Sergio Ruocco ha lanciato un accorato appello a chiunque possa avere informazioni utili.
“Chi ha visto qualcosa, per favore si faccia avanti. Ci stanno rovinando la vita a tutti quanti“, afferma tragicamente.
La famiglia Ruocco, profondamente scossa dalla tragedia, ribadisce con forza l’innocenza di Sergio. “Non sarebbe mai stato in grado di fare una roba del genere“, ha dichiarato il fratello, escludendo categoricamente un coinvolgimento del parente.
Il fratello del compagno della vittima ha, inoltre, avanzato l’ipotesi che l’assassino possa essere qualcuno che frequentava il bar dove la donna lavorava.
“Io mi sono fatto l’idea che potrebbe essere qualcuno che bazzicava nel bar dove lavorava che magari voleva conoscerla e avere rapporti con lei“, ha detto.
Il ruolo del telefono di Sharon Verzeni
Uno degli strumenti più importanti nelle mani degli investigatori è il cellulare di Sharon Verzeni. Si spera che dalle chat, dai contatti e dalle attività social della vittima possa emergere qualche informazione decisiva.
Tuttavia, i dati digitali – per essere utili – devono essere interpretati alla luce delle relazioni e degli avvenimenti che caratterizzavano la vita della vittima.
Le domande che si pongono gli inquirenti sono molte: c’era qualcuno che aveva interesse a farle del male? Le sue frequentazioni, sia al lavoro sia nel tempo libero, possono averla esposta a pericoli?